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sabato 9 aprile 2011

Oltre 1500 al 1° Conresso Nazionale dei Formatori per la Sicurezza sul Lavoro

Roma, 8 apr. Agenzia ADN KRONOS (Labitalia) - "Noi oggi facciamo una richiesta ben precisa alle istituzioni: vogliamo che sia istituito un registro nazionale dei formatori sulla sicurezza sul lavoro. E quindi che ci siano dei paletti, dei punti fermi per i formatori che operano nella sicurezza, una sorta di codice deontologico in materia da seguire, come avviene ad esempio in campo medico". E' chiara la presa di posizione, con LABITALIA, di Vivietta Bellagamba, vicesegretario generale vicario di Firas-Spp, che oggi, insieme a Federformatori, ha riunito a Roma, per il primo congresso nazionale dei 'Formatori per la sicurezza sul lavoro', le altre organizzazioni di settore: i formatori edili di FeSica-Confsal Edilizia, Anfos, Anfop e Anesa.

Oltre 1.500 formatori sulla sicurezza sul lavoro, provenienti da tutta Italia, si sono confrontati quindi oggi, al Teatro Italia, a Roma. "Le richieste di partecipazione sono state 2.000, che stanno a testimoniare l'interesse che c'è per la formazione: noi vorremmo avere -ribadisce Bellagamba- un codice deontologico da seguire, con dei principi che ci aiutino a regolamentare anche il mercato della formazione in Italia".

"L'obiettivo di oggi -aggiunge- è anche la nascita di una consulta interassociativa, un organismo democratico, con un rappresentante legale 'super partes', che ci rappresenti davanti alle isituzioni". Al congresso hanno partecipato anche rappresentanti di ministero del Lavoro, Conferenza Stato-Regioni, istituti di certificazione delle competenze professionali, enti bilaterali, associazioni sindacali e datoriali.

E sulla necessità di certificare le competenze è intervenuto anche Rolando Morelli, presidente di Anfos. "La figura del formatore per quanto ruguarda la sicurezza sui luoghi di lavoro -spiega a LABITALIA- è stata inizialmente 'prevista' dal decreto legislativo 626 che è stato poi abrogato, e quindi con il decreto 81/08. Più che la figura del formatore, però, il decreto obbliga i datori a formare i propri lavoratori in merito ai problemi che riguardano la sicurezza sui luoghi di lavoro. Il datore di lavoro per adempiere a questo compito -aggiunge- che è spesso gravoso e complesso, perché ci sono tante norme tecniche da applicare durante la formazione, si avvale di figure professionali esperte nella materia, e cioè i formatori".

Oggi per i formatori non ci sono norme che stabiliscono quali competenze si devono avere per operare nel settore. "Vi è solo la norma Uni Iso, la 17024, che permette ai formatori di certificarsi -spiega- attraverso appunto la certificazione da parte di un ente terzo". E per Anthony Vitali, presidente di Ebafos, ente bilaterale dell'artigianato per la formazione e la sicurezza, il "chiaro messaggio che emerge oggi è quello di approfondire sempre più il messaggio di prevenzione della sicurezza sul lavoro".

Una professione, quella del formatore sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, che si confronta sempre più con le nuove tecnologie: "C'è la necessità di valorizzare la formazione a distanza, la cosiddetta Fad -spiega a LABITALIA Enzo Di Frenna, direttore di quotidianosicurezza.it- sui temi della sicurezza sul lavoro perchè oggi siamo nell'era di Internet e delle nuove tecnologie".

"I dispositivi mobili sono in una fase di crescita enorme e quindi -conclude- andiamo in una direzione di un mondo dove le informazioni e le competenze si trasmetteranno attraverso la rete. Un formatore deve conoscere queste nuove tecnologie, conoscerne i rischi che sono connessi all'uso di essi, e cioè lo stress lavoro correlato e il tecnostress".

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